
I primi ricordi sono di colli toscani, intensi legami con l’antica Etruria, discendenza materna diretta. Appartenenza non solo fisica.
Ancora bambina frequentavo il Museo Archeologico di Grosseto, dove per ore mi affascinavano i gioielli etruschi: ricordo una magnifica collana d’oro che poi fu rubata. Il percorso iniziava a delinearsi.
L’appartenenza a quel mondo arcaico si svela attraverso gli studi artistici, tecnici, scientifici e filosofici che risultano in gioielli realizzati con l’antica tecnica della granulazione etrusca.
Dopo un lungo periodo di ricerca e studio negli Stati Uniti e in Francia, al mio ritorno in Italia, ho reintrodotto la tecnica della granulazione, partecipando alla Mostra “Fortuna degli Etruschi” con 25 pezzi unici e successivamente con linee di gioielli che hanno caratterizzato la mia identità artistica.
Dalla formazione tecnico-scientifica, concreta, scaturisce la necessità di conoscenze che vanno oltre la materialità: la creatività e la realizzazione dell’oggetto rappresentano la sintesi di una profonda e intensa comunione con coloro che mi hanno preceduto, migliaia di anni fa. Sono il loro pensiero, il ritmo degli attrezzi, le scelte operative che avverto, mentre creo un oggetto. È da questo intenso momento di empatia, oltre i confini di tempo e spazio, che nascono percorsi di ricerca creativa e viaggi interiori.